Se c’è una cosa costante e sfidante nella vita di chiunque, e che non smette di ripresentarsi, è il cambiamento. C’è il cambiamento della cosa irreparabile che avviene, quella che non ti aspetti -o forse sì- e che non vorresti affrontare, e poi c’è quello che ti spinge da dentro che sai perfettamente da dove viene -o forse no-, e che va aiutato a crescere. Quando questo, poi, si insinua nella trasformazione di una persona, guidando un processo di autorealizzazione, il cambiamento diventa quella cosa che ci permette di riconoscerci per cosa siamo davvero, quando ci guardiamo allo specchio.

La storia di oggi è quella di Alice, che ci ricorda tanto Maud Wagner, la prima donna tatuatrice che nell’America dell’800 sorprese il mondo per questa sua scelta non convenzionale. Eh sì, perché anche Alice, diplomata all’istituto d’arte, istruttrice di equitazione e commessa per molti anni, alla morte del suo cavallo deve aver sentito qualcosa di piccolo-piccolo spezzarsi dentro, e si è ritrovata a desiderare una vita diversa.
Alice Bellanca ha 29 anni, e in un preciso punto della sua vita ha scelto di disegnare motivi indelebili e speciali sulla pelle di chi vuole tatuarsi addosso qualcosa di importante, spesso -ironia della sorte- proprio per celebrare un cambiamento della propria vita. “Mio cugino è appassionato di tatuaggi e mi ha fatto conoscere questo mondo che si è rivelato un mix affascinante di storia, tecnica e creatività. Ho deciso che era la mia strada, così ho iniziato a studiare e a fare corsi e poi mi sono detta: perché non aprire uno studio tutto mio?”
Avevo ben chiare molte cose ma non sapevo neanche cosa fosse un business plan né avevo valutato tutti i passaggi necessari per riuscire ad aprire un’attività e il team della Fondazione mi ha guidato con pazienza per mano.

Alice non solo è determinata, ma pragmatica e cosciente del fatto che cambiare qualcosa della propria vita spesso ha a che vedere con la progettazione e il senso del futuro. E così, grazie a un amico tatuatore, impara quale tipo di attrezzatura e luogo sono indispensabili per un’attività. Inizia allora a cercare un negozio, lo vorrebbe vicino a quello del suo papà, a Rosate, dove la conoscono tutti. Inutile dirlo, lo trova.
Ma c’è un altro aspetto pratico da affrontare, e non certo irrilevante: per far decollare il suo progetto serve necessariamente un finanziamento. Alice si rimette in moto e dopo una serie laboriosa di indagini si rivolge a Confartigianato che le segnala PerMicro e arriva alla Fondazione Welfare Ambrosiano. “Avevo ben chiare molte cose ma non sapevo neanche cosa fosse un business plan né avevo valutato tutti i passaggi necessari per riuscire ad aprire un’attività e il team della Fondazione mi ha guidato con pazienza per mano.”
Alla fine di questo percorso, Alice è riuscita a ottenere il microcredito e il 22 ottobre ha aperto il suo studio riuscendo a coinvolgere nella sua avventura un collaboratore “Non ho mai avuto dubbi su quello che stavo facendo mi preoccupava però il giorno dell’inaugurazione, avevo paura che venisse poca gente, e invece è stato un successo e un giorno memorabile.”
Wonderland Ink, questo il nome del suo studio, ha già una clientela affezionata che stima il suo lavoro “Su Facebook e Instagram il brand è Iron Experience_Wonderland, l’ho scelto per capitalizzare sulle esperienze e sui contatti del mio collega di piercing che ha chiamato la sua attività “Iron experience” e la mia voce l’ho affidata a “wonderland”, evocando il famoso libro “Alice nel paese delle meraviglie”. D’altro canto, questo è davvero un mondo magico, pieno di disegni, colori, fantasia, ma è anche uno spazio molto reale e molto speciale dove si riescono a instaurare rapporti confidenziali, a volte quasi intimi, perché ogni tatuaggio racconta sempre un frammento di una storia personale. È un mestiere molto coinvolgente, è quello che cercavo!”
Milano 16 novembre 2022