“Eravamo 4 amici al bar che volevano cambiare il mondo” diceva così la famosa canzone di Gino Paoli e in fondo anche i 4 colleghi dello Studio Personal Fit Stop si sono sempre proposti di cambiare, non proprio il mondo, ma la vita dei loro clienti. Sono due osteopati e due personal trainer, tutti laureati e rigidamente professionali, il loro approccio è scientifico e personalizzato.

Lavorano in un centro che improvvisamente viene chiuso, il colpo è duro e inaspettato ma si confrontano subito sulle possibili alternative da percorrere. I clienti sono preoccupati, non vogliono essere abbandonati nei loro percorsi, ma sono anche pronti ad aiutarli perché quella piccola squadra ha conquistato e merita fiducia.

“Non è stata una scelta facile né veloce – afferma Roberto Galbiati, uno dei soci – ci siamo interrogati sulle alternative praticabili e volevamo condividere la scelta finale perché desideravamo continuare a lavorare insieme. Ci conosciamo molto bene e abbiamo lo stesso credo, gli stessi valori e la stessa attitudine nei confronti del cliente. Anche le nostre competenze di fatto sono complementari. Quando abbiamo saputo che il centro era in liquidazione ci siamo proposti per riuscire ad affittarlo e la cosa è andata in porto.”

Il primo passo era stato fatto, il resto era ancora tutto da scrivere. Ma il passa parola, così come aveva funzionato tra i clienti, torna ad avere i suoi effetti e nasce l’incontro con la Fondazione Welfare. I quattro amici presentano il loro progetto, grazie all’affiancamento dei Mentor riescono a preparare un solido business plan e soprattutto tutta la documentazione necessaria per ottenere il credito dalle banche.

Senza l’aiuto della Fondazione Welfare Ambrosiano non saremmo mai riusciti, il nostro mondo e quello bancario parlano linguaggi diversi, non ci saremmo mai capiti. La Fondazione per noi è stata come un interprete speciale che ci ha consentito di comunicare e interagire con un pianeta per noi misterioso.

oberto Galbiati e il suo team

L’apertura dello Studio Personal Fit Sport (www.fit-stop.it), a Porta Nuova, nel pieno centro di Milano, era prevista per giugno ma è stata possibile solo a ottobre quando il Coronavirus è tornato prepotentemente a spadroneggiare. Sessioni individuali o in piccoli gruppi effettuate grazie alle tecnologie digitali e consulenze personali telefoniche sui piani di lavoro intrapresi hanno consentito di superare i periodi più critici. Il centro ospita anche due studi medici dove si alternano una nutrizionista e un esperto di massoterapia, qui le visite e i controlli non si sono mai fermati.

“Ogni persona ha esigenze diverse – afferma Roberto – e il personal trainer ha il compito di capire quali sono i problemi e le aree di miglioramento individuali per poter disegnare un vero e proprio percorso personalizzato che dia reali risultati e vantaggi. Ma ogni persona è anche dal punto psicologico un mondo a sé che va capito e rispettato, per questo considero particolarmente affascinante il mestiere del personal trainer, si continua ad imparare e ad affinare le proprie conoscenze, si può arrivare ad essere davvero un punto di riferimento importante per l’equilibrio e il benessere delle persone.”

Appena si potranno davvero aprire le porte del centro, Roberto pensa che sarà costretto a regimentare il traffico. “E’ una battuta che ha un fondo di verità, lo smart working e la didattica a distanza sono sicuramente preziosi in questo periodo ma stanno anche creando una serie di problemi: ore passate davanti allo schermo di un portatile o di uno smart phone, posture sbagliate, scarso e spesso non appropriato movimento fisico. Il corpo va rispettato e il nostro benessere e il nostro stato d’animo dipendono anche dal suo equilibrio.”

Non è un caso che il nome dello studio evochi il famoso Pit Stop delle gare automobilistiche: messe a punto fondamentali effettuate da un team di professionisti al servizio del pilota e della sua vettura…provare per credere, direbbero i quattro amici colleghi.

Milano, 9 Dicembre 2020